Piccolo ristorante sul Lago Maggiore, a 5 minuti dal centro di Arona.

Cottura a vista su brace di carbone di legna. Antipasti e primi piatti della tradizione, preparati nel rispetto della stagionalità delle materie prime. Carne e pesce di prima scelta alla griglia. Dolci rigorosamente fatti in casa.

In un ambiente raccolto e discreto, potrai cenare in coppia, in famiglia o con i tuoi amici. Su prenotazione anche pranzi e cene di lavoro.

Possibilità di mangiare alla carta o concordare un menù personalizzato per ogni occasione. Ricchi buffet per compleanni, feste, cerimonie.

Piatti anche per celiaci, vegetariani e vegani.

sabato 26 settembre 2015

LE DEGUSTAZIONI DELLA MANGIATOIA

Per farvi compagnia durante i mesi più freddi abbiamo deciso di proporre due menù degustazione, uno a base di carne ed uno a base di pesce. Lo abbiamo fatto per stuzzicare il vostro appetito con piatti tratti dalla nostra carta.
Il MENU' DI CARNE prevede

Tortino di zucca avvolto nel prosciutto di Praga su crema di Gorgonzola

Gran gnocchi al ragù di salsiccia e verza

Tagliata di scamone con fonduta di Fontina DOP, mandorle e timo con patatine

Euro 19,00
(pane e coperto inclusi, bevande escluse)


Per il MENU' DI PESCE vi proponiamo invece 

Calamari scottati alla brace, ripieni di ricotta, 
erbe aromatiche e totani, su crema di zucca
e semi di girasole croccanti

Raviolotti ripieni al baccalà su crema di zucca
e intingolo di acciughe

Triglie con pinoli, pomodorini e olive
su schiacciata di patate

Euro 24,00
(pane e coperto inclusi, bevande escluse)

I menu' sono validi dalla domenica al venerdì, è gradita, ma non obbligatoria la prenotazione.
Vi aspettiamo con piacere.

sabato 19 settembre 2015

Come nasce un piatto: RAVIOLOTTI DI BACCALA' SU CREMA DI ZUCCA E INTINGOLO DI ACCIUGHE

I raviolotti di baccalà su crema di zucca e intingolo di acciughe vogliono essere la citazione di uno dei piatti poveri del nord Italia che incontra la zucca gialla anch'essa tipica della cucina contadina. La sardina, l'aringa ed il baccalà costituivano il cibo che accompagnava frequentemente la polenta sia calda che abbrustolita.
Ho trovato questo breve racconto in veneto e lo cito così com'è:

"ai me tempi... quatro fete de polenta brustolà e un sardeon pica via in meso o sora la tola... ma solo pociare! Parchè, finìa la polenta, la mama fasea sparire el sardeon che, co' na scaldadina e do giosse de oio, el giovava ancora. E vanti cussì più che se podèa...

I più poveri in pratica attaccavano il pesce con uno spago al soffitto, sopra la tavola, coprendolo con la carta oleata durante la giornata. La stessa veniva tolta alla sera quando i commensali potevano "pociare" cioè inzuppare la polenta sul pesce attaccato, che serviva solo a dare sapore. Quando arrivava qualche occasione speciale veniva tagliato a pezzetti e veniva posto sul piatto con la polenta e c'era una gran festa. Lo stesso pesce serviva dunque per più pasti ed il baccalà in particolare era quanto di più vicino al pesce fresco si potessero permettere i contadini delle terre lontane dal mare.
Il baccalà e la polenta nel nostro piatto sono stati messi nel ripieno dei ravioli, l'acciuga ha sostituito la sardina nell'intingolo e la zucca, che dai contadini stessi era coltivata, è stata preparata a mo' di crema che col suo sapore dolce e delicato amalgama perfettamente tutti gli elementi. Godiamo dunque di questo piatto che a ben pensarci è il riassunto di più cene dei nostri vecchi...







giovedì 10 settembre 2015

Come nasce un piatto: PICANHA CON DOPPIA MARINATA ARGENTINA

A volte i piatti nascono da coincidenze...
"Quest'estate ho conosciuto un ragazzo che ha lavorato una stagione in Patagonia, poca esperienza in cucina, ma capace di cogliere l'essenzialità dei piatti tipici locali.
Ed è così che ad una cena in compagnia prepara due intingoli speciali da abbinare con le carni. Mia moglie li assaggia e prontamente li fa assaggiare anche a me. Sono ottimi! Ed ecco l'idea allora di rielaborarli quel tanto che basta per farli miei senza perderne l'originalità. Spezie fresche locali, quel tocco d'aglio tanto per profumare, pomodori freschi, succosi, una spinta di piccantezza ed un'aggiustatina in sapidità ed acidità..."
A volte serve il "la" come nella musica, giusto per partire. Il taglio codone del manzo è quello che per il suo sapore più inteso ben si prestava alla definizione del piatto.
Giudicate voi... Vi aspettiamo!

sabato 5 settembre 2015

Cos'è il carbone di legna?

Il carbone di legna, conosciuto fin dai tempi antichissimi, è stato utilizzato per secoli là dove era necessario un FUOCO MOLTO CALDO E PULITO.
Il carbone sviluppa infatti temperature più alte del fuoco a legna e brucia SENZA FIAMMA E FUMO.

Così era usato dai fabbri, dai fabbricanti di spade, dagli orafi, ma anche nei braceri per il riscaldamento dei palazzi patrizi e nei fornelli delle cucine domestiche.

IL CARBONE E' IL RISULTATO DI UNA COMBUSTIONE INCOMPLETA DEL LEGNO.

"Nella carbonaia, facendo fuoco, si riscaldava il legno fino a renderlo infuocato, o incandescente: a questo punto si chiudeva la carbonaia interrompendo l'afflusso di ossigeno e tutto il fuoco interno si spegneva.
Una volta freddo il legno si presentava completamente carbonizzato, di colore nero lucido, fragile e leggero. Conservava la forma del ramo da cui proveniva, ma aveva perso il 30% della dimensione e l'80% del peso".